venerdì 21 settembre 2012
Imparare a rispondere invece che reagire
Un elemento chiave per svegliarci dalla trance in cui viviamo e’ quello di fermarci, riconoscere i
nostri sentimenti e aprirci ad uno spazio più grande di quel bozzolo che e’ la nostra mente persa
in pensieri. La nostra tendenza è quella di farci prendere in un ciclo di reattività. Per poter uscire
da questo ciclo, dobbiamo coltivare la capacità di fermarci, riconoscere e aprirci.
Uso spesso la metafora della “seconda freccia” perché la trovo veramente utile. Buddha
raccontò una parabola con questo insegnamento:
"Se vieni colpito da una freccia, ti colpisci poi con un'altra freccia?"
Se guardiamo agli accadimenti delle nostre giornate, quando per esempio soffriamo
fisicamente, o qualcuno ci tratta male, o quando qualcosa di brutto succede alle persone che
amiamo..... questa è la prima freccia. La nostra mente e il nostro corpo entrano allora in un
ciclo di reattività che non aiuta ad eliminare la sofferenza. Addossiamo la colpa agli altri, oppure
incolpiamo noi stessi. Questa è la seconda freccia.
Guarigione dalla sofferenza e libertà vengono dalla “non-proliferazione” dei nostri
pensieri. “Non-proliferazione” significa avere la saggezza di fare una pausa, ritornare nel
presente e fare ricorso alla saggezza e bonta’ intrinseche alla nostra natura. In tal modo, siamo
in grado di rispondere con intelligenza alla sofferenza invece di avere una reazione basata sulla
paura.
Questo processo è simile a cio’ che facciamo nella meditazione: ci fermiamo, riconosciamo
e ci apriamo a cio’ che e’ qui adesso. Per esempio, quando ci diamo addosso per aver
fatto un errore, proviamo a dire a noi stessi: “Okay, fermati un attimo. Cosa sta veramente
accadendo? Posso riconoscere cosa c’e’ qui – uno spazio piu’ grande fatto di suoni, sensazioni
ed emozioni? Riesco ad aprirmi a questa presenza?”
Quando cominciamo a prestare attenzione al momento presente, torniamo a casa, al nostro
cuore che e’ naturalmente saggio. Se la nostra risposta viene da questa presenza, allora stiamo
rispondendo al problema, non reagendo ad esso.
“Hai la pazienza di aspettare che il fango si posi sul fondo e l’acqua diventi limpida? Puoi
rimanere immobile fino a che l’azione giusta si manifesti da se’?” -Tao Te Ching
www.tarabrach.com
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